L’allungamento progressivo della vita media è un fatto che ha notevole impatto sulla vita sociale di oggi con riflessi anche sulla sfera clinico sanitaria dell’anziano. In particolare il cancro della prostata rappresenta oggi la seconda causa di morte per tumore nel maschio e, essendo tale patologia direttamente correlata all’età, nei prossimi 20 anni, diventerà la prima causa.
La terapia prevede l’uso di ultrasuoni focalizzati di alta intensità (c.d. H.I.F.U.= High Intensitive Focused Ultrasound) nella cura del tumore, con particolare riferimento al cancro localizzato della prostata.
Già dal 1996 la tecnica, applicata con un’apparecchiatura denominata Ablatherm, ha cominciato a diffondersi nel mondo, dove oggi esistono oltre 192 centri di cui 26 in Italia. Il trattamento è mininvasivo ed avviene tramite l’introduzione di una particolare sonda transrettale computerizzata che tramite emissione di impulsi di ultrasuoni di alta energia genera una necrosi coagulativa nella zona tumorale definita dal medico operatore (termoablazione).
Il trattamento viene effettuato in anestesia spinale ed il paziente può lasciare l’ospedale entro 2 giorni.
I dati della letteratura e gli abstract pubblicati nei più importanti congressi (Società Europea di Urologia, Società Americana di Urologia, Società Internazionale di Urologia, Società Italiana di Urologia, AURO) mostrano dei risultati estremamente soddisfacenti, e con lunghi follow-up, rappresentati dalla riconduzione entro i limiti fisiologici dei principali markers della malattia neoplastica (PSA, Biopsia) e dalla quasi immediata riabilitazione del paziente che può riprendere la normale attività entro pochi giorni.
Il trattamento H.I.F.U., vantaggi.
Il trattamento HIFU possiede alcuni vantaggi:
è una tecnica non-invasiva;
permette un controllo visivo in tempo reale tramite TRUS da 7.5 MHz;
consiste in una singola seduta;
non usa radiazioni ionizzanti, quindi può essere ripetuta più volte in sicurezza poiché non ha effetti cumulativi a lungo termine;
a capacità di causare morte cellulare in un tessuto bersaglio distante dalla sorgente degli ultrasuoni rende a tecnica HIFU un’allettante opzione di sviluppo come strumento chirurgico non-invasivo;
non si agisce entrando in contatto diretto con il CaP.
può essere ripetuto in caso di recidiva locale della malattia, caso non possibile con la prostatectomia radicale e con la radioterapia;
è un valido strumento come terapia di salvataggio nel caso di fallimento della radioterapia e nelle recidive locali dopo prostatectomia;
trova una buona indicazione come trattamento palliativo nella forma di cancro localmente avanzata e nei pazienti non operabili, anche in associazione con terapia medica;
presenta un tasso molto basso di effetti collaterali rispetto alle altre terapie (incontinenza e impotenza)
è richiesto un breve ricovero: in genere il paziente viene dimesso in seconda giornata;
è possibile eseguire trattamenti focalizzati alla patologia riducendo al minimo il rischio di effetti collaterali.
Terapia FOCALE con H.I.F.U.
Il sovra trattamento o “overtreatment” del carcinoma prostatico è un problema riconosciuto dalla comunità medica, si rende dunque necessario identificare nuove strategie meno aggressive ma abbastanza efficcaci. La terapia focale del carcinoma prostatico localizzato segue la stessa vena dei progressi fatti nel trattamento del tumore mammario nel quale ormai è norma la mastectomia parziale nelle pazienti con lesioni di dimensioni limitate. Da decenni la resezione focale è ormai il “gold standard” nei tumori superficiali della vescica. L’obiettivo è proporre un trattamento parziale, limitato al tumore ma con un margine di sicurezza, a pazienti affetti da un carcinoma prostatico non invasivo, monofocale e localizzato. Questo trattamento dovrebbe consentire inoltre l’eventuale “totalizzazione” in caso di recidiva. L’obiettivo è duplice: preservare una normale funzione sfinteriale, performance sessuali e fertilità da un lato e trattare in maniera efficacie la malattia dall’altro. Inoltre la terapia focale dovrebbe avere la stessa morbilità della sorveglianza attiva ma annullarne il carico psicologico.
HIFU come TERAPIA DI SALVATAGGIO.
La tecnica HIFU può essere impiegata come terapia di salvataggio nella recidiva locale dopo quasi tutte le terapie primarie: pazienti con recidiva dopo radioterapia, brachiterapia, dopo trattamenti combinati, inclusa la prostatectomia radicale.
Effetti collaterali.
Il tasso di effetti collaterali fra i pazienti sottoposti a terapia HIFU primaria è basso. L’incontinenza di grado I è stata osservata dal 4% al 6% dei soggetti, il grado II fino nel 2% dei pazienti e un’ostruzione secondaria alla terapia si è manifestata dal 5% al 10% degli uomini trattati. Il tasso di incontinenza di grado III (grave) e di fistola rettouretrale è di meno del 1%. Il mantenimento della funzione sessuale è dipendente dalla posizione della neoplasia primaria nei confronti dei fasci neurovascolari; per quanto sia possibile risparmiare il fascio neurovascolare controlaterale alla lesione al fine di preservare la funzione sessuale, farlo aumenta il rischio della possibilità di una secondo trattamento per recidiva di malattia.
Tramite la terapia focale, come già anticipato, è possibile ridurre ulteriormente il rischio di effetti collaterali quali incontinenza e impotenza. La focalizzazione sull’area patologica da la possibilità di risparmiare i fasci nervosi responsabili della funzionalità sessuale e le fibre muscolari responsabili della continenza.
E’ da poco giunto al termine in Giappone uno studio prospettico per valutare la qualità di vita (QOL) dopo l’intervento di HIFU. La QOL è stata stimata tramite questionari standard compresi il “Functional Assessment of Cancer Therapy-Prostate” e il “Sexual Health Inventory for Men” somministrati a 326 pazienti prima di HIFU e dopo 6, 12 e 24 mesi. La conclusione è stata che i risultati funzionali e la QOL dopo trattamento HIFU del carcinoma prostatico localizzato sono migliori se confrontati a tutte le altre modalità terapeutiche disponibili.